giovedì 27 febbraio 2014

Scelta del nido ... parola alle mamme!






 SCELTA DEL NIDO...PAROLA ALLE MAMME!

Il nido! Quanti di noi hanno affrontato l’argomento almeno una volta? 

Nel mondo ideale di un genitore il nido è per il proprio figlio un luogo di socializzazione, d’insegnamento, un luogo in cui poter crescere e rapportarsi con il mondo esterno...per molti è considerato il primo vero ingresso nella società! La società, appunto...quanti di voi non si sono fatti prendere da tachicardia pensando a tutto quello che si sente in tv o si legge sui giornali? O semplicemente pensando alla società di oggi, cosi poco educativa e tanto aggressiva? Aggiungiamo a questo il fatto che, nei paesi in cui esistono nidi pubblici/comunali come in Italia, è quasi un’impresa entrare in lista rendendo tutto ancora più complicato da un punto di vista economico. Ogni famiglia poi fa le proprie valutazioni e decide quale strada percorrere: nido si, nido no, baby sitter, nonni etc etc 

Quando la scelta cade sul nido si fanno ulteriori valutazioni per scegliere quale, e sono le più diverse a seconda delle esigenze familiari.

La mia esperienza personale ha voluto che prendessi la decisione del nido quando ancora in gravidanza! Si perchè in Irlanda non esistono nidi pubblici, le liste sono lunghe e bisogna quindi prenotarsi in anticipo. E costano tanto! Avevo preso in considerazione l’opzione baby sitter ma, per quanto conosco persone che si trovano benissimo con questa scelta, non me la sentivo di affidare la pulce a chi magari poteva metterla di fronte alla tv tutto il pomerigggio...quindi ho cominciato a fare valutazioni di carattere prettamente educativo e  mi sono resa conto che la stragrande maggioranza dei crèche, come vengono chiamati qui, segue il Metodo Montessori. Si, quello che prima per me era semplicemente un nome, diventava ora un metodo...anzi, il metodo che avrebbe dato le basi dell’educazione a mia figlia! Ho avuto qualche mese a disposizione per informarmi e capire che, in relatà, quel metodo era in linea con quello che avrei voluto offrire a mia figlia. Assodato questo la scelta definitiva è caduta su un nido vicino a lavoro, per ragioni di orario e di comodità e ... per il fatto che ti forniscono di una chiave con codice che ti permette di entrare senza avvisare (tralascio qui i racconti di quello che ho combinato all'inizio per assicurarmi che tutto andasse bene!).

Mi sono chiesta pù volte quale fosse l’esperienza delle altre mamme / genitori in merito, in Italia e all’estero ... su che base avessero scelto il nido, su quale optato per altre soluzioni, se nel paese in cui vivono hanno più scelte o no. Ho raggruppato qui l’esperienza di alcune mamme ( grazie mille ragazze!) perchè penso che sia bello condividere, confrontarsi e capire anche come funziona negli altri paesi.

Tamara dalla Francia: “ Siamo due genitori liberi professionisti, quindi per noi il problema del nido o della tata non si è proprio posto a causa dei nostri orari; qui in Francia, infatti, il nido chiude alle 18.00 e, visto che spesso terminiamo alle 19.00, non abbiamo avuto altra scelta che trovare una tata. Devo dire che siamo stati fortunati perchè Fabienne ha 55 anni ed abita a due case dopo la nostra. Oltre alla mia piccolina, accoglie in casa altri tre bimbi. La prima settimana abiamo fatto l’ambientamento lasciando la nostra principessa li per 1 ora al giorno. Ho notato che la tata accoglie i bimbi sempre con un gran sorriso, con cura li prende tra le braccia e li spoglia: insomma, ci aiuta in questo passaggio difficile. Oggi la mia Ines resta con lei per circa 4/5 ore al giorno, nel pomeriggio. La lascio verso le 13.30, dopo il pranzo, ed appena arriviamo ho a disposizione una stanza dove poterla allattare in tranquillità e farla addormentare. Poi verso le 15.30/16.00 Fabienne le da la merendina e la fa giocare. Non ho molta esperienza in quanto son passati solo 5 mesi ma devo dire che fino ad oggi il risultato è piuttosto positivo: mia figlia è molto sveglia, sorridente, estroversa, curiosa e, soprattutto, felice di passare qualche ora con la tata e con gli altri bimbi “.

Simona dall’Italia: “ La mia bimba inizierà il nido tra qualche giorno! Avremo l’inserimento per circa due settimane, ma rimarrà comunque solo fino alle 14.30 perchè io lavorerò 6 ore per l’allattamento. Ho scelto quel nido perchè vicino al mio ufficio, è molto carino e lo sembrano anche le educatrici. La scelta è stata fatta per comodità.  Credo sia Montessori, e so che applicano anche il metodo Gordon per imparare la musica! Ovviamente, a parte la presentazione del nido, non ho ancora nessuna esperienza, andrò nei prossimi giorni a parlare con la pediatra e l’educatrice alle quali verrà affidata.

Silvia dall’Irlanda “ Il nido dove va la mia bimba è Montessori, ma non è la ragione per cui l’ho scelto. Ho una cara amica che ha avuto la figlia lì per 5 anni e mi ha sempre detto cose positive sulla struttura; cosi, quando l’ho visitata ed ho anche scoperto che ha la webcam, non ho avuto nessun dubbio! Ad onor del vero, ne avevo visitata anche un’altra, sempre dietro suggerimento di un caro amico, e l’ho trovata ugualmente ottima ma...non aveva la webcam! Poi, lascia stare che sono cosi impegnata a lavoro che alcune volte nemmeno mi sono collegata, però mi fa piacere guardare cosa fa di tanto in tanto! “

Chiara dall’Italia : Nonostante Bianca sia ancora piccola, il pensiero dell'asilo è qualcosa che già sta facendo capolino nella testa di noi poveri neo genitori. In Italia è un'utopia poter far entrare il proprio figlio nell'asilo comunale prima dei tre anni, per via delle infinite graduatorie e dei requisiti richiesti, quindi, se una mamma ha la necessità di andare a lavorare, non le resta che optare per una struttura privata. Io ho lasciato il mio lavoro per seguire la mia bimba in maniera esclusiva, ma credo sia bene per lei poter giocare con altri bambini e rapportarsi con le maestre.
Da alcuni mesi mi sto informando sui metodi adottati negli asili di Roma (Montessori, Pestalozzi, Steiner...), cercando di capire quale sia quello che mantenga il più possibile continuità con l’educazione che stiamo impostando noi a casa.
Sentendo i commenti di amiche che hanno i figli che già vanno all’asilo in strutture comunali e private, la situazione ci ha lasciato perplessi: nessun dialogo con le maestre, bensì solo un quaderno dove viene scritto se il bambino ha mangiato; classi affollate, educatrici con scarsa voglia di far giocare i bambini, poche attività manuali, poca qualità nel cibo offerto, bambini messi davanti al televisore per pomeriggi interi, bambine di tre anni con la cistite perché le maestre non possono o non vogliono cambiarle. In un contesto del genere le idee ci si sono ingarbugliate ancor di più. Viviamo in un quartiere periferico di Roma e guardando alle ultime vicende accadute ci siamo domandati se non fosse il caso di “proteggere” Bianca dal lassismo dilagante che proietta i bambini e quindi i ragazzi in un ambiente sterile dove la personalità e la creatività dell’individuo viene messa a tacere e non incoraggiata, facendo sì che la noia li porti a compiere gesti barbari. La nostra più grande paura, oltre a quella di lasciare la bimba in mani estranee, è che non venga stimolata in maniera adeguata.
Leggendo un po’ di scritti pedagogici mi sto orientando verso il metodo Steiner che punta alla personalità del bambino stimolandolo con tutte le attività legate alla creatività. Il bambino non è uno dei tanti ma l’insegnante instaura un rapporto con ogni singolo alunno rispettando la sua personalità. In Italia sono poche le scuole che lo attuano e qui a Roma è un po’ lontano da casa nostra ma farei volentieri un sacrificio pur di tranquillizzare le nostre fervide menti di genitori che si immaginano Bianca abbandonata in un angolo a piangere.  Sarà difficilissimo doversi staccare da lei i primi giorni ma almeno cercheremo di lasciarla nelle mani di educatori seri dei quali ci fidiamo e non in un parcheggio per bambini. “

Anna dall’Inghilterra: “ La mia storia è forse un po’ particolare ma, se anche nelle difficoltà, ho piacere a condividerla perchè ne vado fiera. Io e mio marito abbiamo avuto il dono del nostro bambino dopo 4 anni di tentativi. Quando sono rimasta incinta non ci credevo, e quando l’ho avuto tra le mie braccia al parto credevo di sognare. Insomma, Matteo è stato talmente voluto che quando finalmente è arrivato non ci credevamo. I primi mesi sono volati e quando è arrivato il momento di tornare per me a lavoro ci siamo posti il problema del nido. In Inghilterra sono costosissimi, diciamo anche metà di uno stipendio cosi abbiamo cominciato ad informarci su babysitter / childminder. Qui anche questa figura è regolata dalla legge, quindi il costo non è poi cosi diverso dal nido. Alla fine, dato che all’inizio ero tornata a lavoro part time per l’allattamento, abbiamo optato per una childminder che me lo tenesse mezza giornata. Devo dire che all’inizio ero molto tranquilla, la signora che lo aveva in cura era deliziosa, sempre gentile e disponibile. La mia tranquillità è durata un paio di mesi, in concomitanza con la fine dell’allattamento. Il mio latte ha cominciato ad esaurirsi, nonostante lo tirassi e conservassi per la mattina. Questa cosa mi ha atterrata letteralmente, mi sono sentita in colpa ed ho cominciato a domandarmi se avessi fatto bene a tornare a lavoro. Mio marito mi è stato molto vicino cercando anche di farmi capire che in quel momento era una decisione che avevamo preso sempre per il bene del bambino. Io però avevo dentro di me la sensazione che dovevo fare di più...non lo so...ed ho cominciato a studiare le possibili alternative. Per farla breve, ho preso la decisione di abbandonare il mio lavoro e dedicarmi completamente a lui. Ho portato il Metodo Montessori in casa (ho preso tanti spunti sul web) e quasi tutti i giorni, mattina o pomeriggio, andiamo nei gruppi di ritrovo con altre mamme e bambini per tenere viva la lingua inglese ed interagire con altri bimbi.
Sono contenta della mia scelta e la rifarei mille volte ! “

Teresa dall'Inghilterra: " Ho scelto la nursery dove va Amelie sinceramente perche' era l'unica con posti disponibili...ho chiamato tutte le nursery du Cambridge e ci sono liste d'attesa lunghissime, a volte anche di due anni...per cui sono stata forzata a scegliere quella dove va adesso pur non essendo vicino a casa (ogni mattina mi devo fare mezz'ora di autobus per accompagnarla, che per Cambridge e' tanto!). Ho avuto piu' volte la tentazione di cambiare pero' il fatto e' che e' difficile trovare posti disponibili e alla fine rimarremo li fino alla primary school. Costa tanto, pensate che Amelie va part time, 4 mattine a settimana, e paghiamo 670 sterline! Era meglio che mi licenziavo e stavo a casa :-) "

Grazie infinite alle mamme che hanno accettato di collaborare alla stesura di queste pagine, ognuna di voi è un esempio di amore.

Copio qui alcuni link dei Metodi più conosciuto ed emersi anche nei nostri racconti, se volete consultarli!

Metodo Montessori
 Tratto da “ Il Metodo Montessori “

“Il principio fondamentale deve essere la libertà dell’allievo, poiché solo la libertà consente uno sviluppo di manifestazioni spontanee, già presenti nella natura del bambino. Il bambino deve capire la differenza fra bene e male e compito dell’insegnante è che il bambino non confonda essere buono con l’immobilità e il male con l’attività.
L’intento deve essere quello di creare una disciplina per l’attività, il lavoro, il bene, non per l’immobilità, la passività, l’obbedienza. La disciplina deve emergere a partire dalla libertà; noi non consideriamo disciplinato un individuo reso silenzioso come un muto ed immobile come un paralitico: se è così egli è un individuo annichilito, non disciplinato.
Noi crediamo che un individuo disciplinato è padrone di se stesso e capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Non possiamo conoscere le conseguenze che avrà l’aver soffocato l’azione al momento in cui il bambino sta appena cominciando ad essere attivo: forse gli soffochiamo la vita stessa.
L’umanità si mostra in tutto il suo splendore durante l’età infantile come il sole si mostra all’alba ed il fiore nel momento in cui dispiega i suoi petali: e noi dobbiamo rispettare religiosamente, con riverenza, queste prime indicazioni di personalità.”


http://www.pianetamamma.it/il-bambino/nido-asilo-e-scuola/ambiente-montessoriano-aiuta-il-bambino-a-fare-da-solo.html
  

Metodo Steiner
"Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa". E' su questa frase di Rudolf Steiner che si fonda la pedagogia Steineriana, che oggi viene utilizzata come metodo di studio in diverse scuole sparse in tutto il mondo.

 http://bambini.doctissimo.it/mente-bambino/andiamo-a-scuola/metodo-insegnamento-steiner.html


Confronto tra Steiner e Montessori


Metodo Gordon:
Tratto dal libro “Genitori efficaci” di Gordon:

“ Michela, 3 anni e mezzo, cominciò a lagnarsi senza sosta appena la madre la lasciò con me in macchina per fare la spesa al supermercato. “Voglio mamma” ripeté almeno una dozzina di volte nonostante ogni volta le dicessi che sarebbe tornata in pochi minuti. Poi cominciò a piangere urlando: “Voglio la mia bambola. Voglio la mia bambola.” Non riuscivo a rasserenarla in alcun modo, poi mi ricordai dell’ascolto attivo. Disperato dissi: “Mamma ti manca molto quando ti lascia sola”. Annuì. “Non ti piace che mamma vada senza di te”. Annuì ancora, stringendosi sempre alla sua copertina e con l’aspetto spaurito di un cucciolo raggomitolato in un cantuccio del sedile posteriore. Continuai:“Quando ti manca la mamma, vorresti la tua bambolina”. Annuì energicamente. “Ma qui non c’è la tua bambola e ti manca anche lei”. A quel punto, come per magia, uscì dall’angolino in cui si era raggomitolata, lasciò cadere la copertina, smise di piangere, si trascinò sul sedile anteriore dove sedevo io e iniziò a conversare piacevolmente sulla gente che vedeva nel parcheggio.”

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